Il Carnevale di Verona, noto anche come "Bacanàl del Gnoco", ha origini che risalgono al 1531, rendendolo uno dei carnevali più antichi d'Europa. Ogni anno, a febbraio, la città si anima con festeggiamenti che coinvolgono tutta la comunità, con il culmine della festa durante il "Venerdì Gnocolar". In questa giornata, la tradizione vuole che si mangino gnocchi fatti in casa. Il "Papà del Gnoco", eletto tra i veronesi, è una figura simbolica del Carnevale, celebrata con una cerimonia al Palazzo della Gran Guardia, dove riceve un abbondante piatto di gnocchi in segno di riconoscimento. Ogni quartiere ha le proprie sfilate ed eventi, ma ciò che rende unico il Carnevale veronese è che le maschere vengono scelte dalla popolazione, rendendo l'evento particolarmente popolare e partecipato.
Brevi accenni storici
Le origini del Carnevale di Verona risalgono al tardo Medioevo, durante una grave carestia causata da un'inondazione del fiume Adige e dal saccheggio della città da parte dei Lanzichenecchi. L’aumento dei prezzi del pane provocò una rivolta a San Zeno nel 1531. Il pericolo fu evitato grazie a un gruppo di uomini che, a proprie spese, si presero cura dei più poveri. Tra questi c'era Tommaso da Vico, medico di San Zeno, ideatore del “Bacanal del Gnoco”. In seguito, Tommaso lasciò un legato testamentario che stabiliva l’acquisto di generi alimentari, da distribuire ogni anno il venerdì prima della Quaresima, il "Venerdi Consolàr".
Sua Maestà: "Papà del Gnoco"
Il "Papà del Gnoco" è la figura centrale del Carnevale di Verona. Descritto come un uomo anziano e paffuto, con barba bianca e abito in broccato nocciola, indossa una tuba rossa decorata con sonagli e scarpe bianche. Considerato il re del "Bacanal del Gnoco", porta uno scettro a forma di forchetta con uno gnocco infilato. Si sposta a cavallo di una mula, richiamando la tradizione in cui gli gnocchi venivano accompagnati dalla "pastissada de caval". Durante la sfilata, distribuisce dolci ai bambini e gnocchi agli adulti, accompagnato dai suoi servitori, i "gobeti" o “macaroni”. Originariamente eletto tra gli abitanti di San Zeno, oggi chiunque sia veronese può candidarsi. La domenica dell'elezione, tutti sono invitati a votare e ricevono un piatto di gnocchi al pomodoro come premio.
“Gnocchi del Bacanal”, piatto principe del Carnevale
Nell'ultimo venerdì di Carnevale, il medico Tommaso da Vico fece distribuire ai bisognosi pane, farina, burro, vino e formaggio, ingredienti semplici ma sufficienti per preparare un piatto abbondante e sostanzioso, facilmente realizzabile per molte persone: gli gnocchi. Da allora, ogni anno, nel "Venerdì Gnocolar", l'ultimo venerdì di Carnevale, la popolazione veronese si riunisce, come vuole la tradizione, sul sagrato della Chiesa di San Zeno per gustare un piatto di gnocchi, simbolo della festa. In origine, gli gnocchi venivano preparati solo con farina e acqua e serviti con la “pastissada de caval”, un prelibato spezzatino di carne di cavallo. Poiché il continente americano non era ancora stato scoperto, non potevano contenere l'ingrediente che li avrebbe resi celebri in seguito: le patate. Oggi, invece, gli gnocchi sono preparati con un impasto di farina, patate, uova e sale, cucinati in grandi paioli e serviti con abbondante sugo al pomodoro, continuando così una tradizione che si rinnova ogni anno.
Per chi desidera vivere una manifestazione che unisce storia, cultura, divertimento e buona cucina, Verona a Carnevale è senza dubbio la meta ideale!